sabato 12 marzo 2016

MAX WINSON

di Jérémie Moreau (testi e disegni), F. Savino (traduzione) - Editore: Bao Publishing
328 pagine, b/n – 17x23 – brossurato – Prezzo di copertina 23 €
ISBN: 978-88-6543-582-3

Max Winson è un campione di tennis. Anzi, Max Winson è IL campione! Non ha mai perso neppure un match, con il suo stile unico che non lascia scampo agli avversari. 
E' il più famoso, il più grande, l'inarrivabile.
Max Winson, del resto, è stato allevato solo per questo fin dalla più tenera età.
Ma cosa pensa lui del tennis? Lo ama? Gli piace? Max non lo sa, non si è mai posto questa domanda, perché Max non deve porsi domande: deve solo giocare, ogni giorno, spingendosi sempre oltre i propri limiti e fidandosi ciecamente di chi sa cosa sia giusto per lui.
Il fumetto di Jérémie Moreau inizia così, presentando, con un tratto minimalista, una specie di automa, con il quale si fa quasi fatica a entrare in empatia; un automa di nome Max che in una città di simulacri e fan impazziti, è il burattino di sé stesso nelle mani dell'allenatore.
Poi, quando la scintilla del dubbio si fa strada nella sua mente, Max inizia la difficile ricerca della propria identità e, soprattutto, del vero significato di quello sport, così totalizzante per la sua vita, che è il tennis.
E lo sport cambia significato. Il tennis, che con le sue vittorie spietate ha trasformato nel simbolo di egocentrismo e individualismo perfetto per la società capitalista della città, si trasforma in un linguaggio che veicola emozioni e stati d'animo, modus vivendi e relazioni.
Fuori dalla città, nella campagna silenziosa di una periferia deserta, Max Winson reinventa il suo sport, ricomincia da zero e impara che il tennis è, prima di tutto, comunicazione, tra i giocatori e per gli spettatori.
E' un dialogo fatto di parole, ma anche di silenzi, dove le grida coprono le risposte e saper ascoltare è necessario per poter ribattere.
Ispirata all'adolescenza di Andre Agassi, la storia raccontata da Jérémie Moreau trascina lentamente il lettore in un avvincente crescendo che porta a un finale che ci lascia molto su cui riflettere, a partire dai modelli che diamo ai nostri figli e dalle aspettative, a volte troppo personali, che riversiamo su di loro senza fermarci ad ascoltare le loro vite.

lirazel

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