di
Jérémie Moreau (testi e disegni), F. Savino (traduzione) - Editore:
Bao Publishing
328
pagine, b/n – 17x23 – brossurato – Prezzo di copertina 23 €
ISBN:
978-88-6543-582-3
Max
Winson è un campione di tennis. Anzi, Max Winson è IL campione! Non
ha mai perso neppure un match, con il suo stile unico che non lascia
scampo agli avversari.
E'
il più famoso, il più grande, l'inarrivabile.
Max
Winson, del resto, è stato allevato solo per questo fin dalla più
tenera età.
Ma cosa pensa lui del tennis? Lo ama? Gli piace? Max non lo sa, non si è mai posto questa domanda, perché Max non deve porsi domande: deve solo giocare, ogni giorno, spingendosi sempre oltre i propri limiti e fidandosi ciecamente di chi sa cosa sia giusto per lui.
Ma cosa pensa lui del tennis? Lo ama? Gli piace? Max non lo sa, non si è mai posto questa domanda, perché Max non deve porsi domande: deve solo giocare, ogni giorno, spingendosi sempre oltre i propri limiti e fidandosi ciecamente di chi sa cosa sia giusto per lui.
Il
fumetto di Jérémie Moreau inizia così, presentando, con un tratto
minimalista, una specie di automa, con il quale si fa quasi fatica a
entrare in empatia; un automa di nome Max che in una città di
simulacri e fan impazziti, è il burattino di sé stesso nelle mani
dell'allenatore.
Poi,
quando la scintilla del dubbio si fa strada nella sua mente, Max
inizia la difficile ricerca della propria identità e, soprattutto,
del vero significato di quello sport, così totalizzante per la sua
vita, che è il tennis.
E
lo sport cambia significato. Il tennis, che con le sue vittorie
spietate ha trasformato nel simbolo di egocentrismo e individualismo
perfetto per la società capitalista della città, si trasforma in un
linguaggio che veicola emozioni e stati d'animo, modus vivendi e
relazioni.
Fuori
dalla città, nella campagna silenziosa di una periferia deserta, Max
Winson reinventa il suo sport, ricomincia da zero e impara che il
tennis è, prima di tutto, comunicazione, tra i giocatori e per gli
spettatori.
E'
un dialogo fatto di parole, ma anche di silenzi, dove le grida
coprono le risposte e saper ascoltare è necessario per poter
ribattere.
Ispirata
all'adolescenza di Andre Agassi, la storia raccontata da Jérémie
Moreau trascina lentamente il lettore in un avvincente crescendo che
porta a un finale che ci lascia molto su cui riflettere, a partire
dai modelli che diamo ai nostri figli e dalle aspettative, a volte
troppo personali, che riversiamo su di loro senza fermarci ad
ascoltare le loro vite.
lirazel
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